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Emancipazione socio economica con il progetto ‘Reddito alle donne’ valorizzando il burro di Karité

Aggiornamento: 28 dic 2021

Report della missione SMOM a Boussouma - febbraio 2020


Come ogni anno torniamo nel villaggio di Boussouma, per sostenere e monitorare le attività produttive della cooperativa… nonostante l’avanzata dei jihadisti nel paese.

Il progetto di emancipazione sociale ed economico centrato sulla valorizzazione delle risorse umane ed ambientali presenti nel villaggio di Boussouma è entrato nel suo dodicesimo anno. Nel 2009 inaugurammo le prime scuole primarie, seguite l’anno successivo dal ‘Centro di formazione e trasformazione’ per dare occupazione ed emancipazione alle donne dei villaggi che, nella stagione secca improduttiva, non avevano attività reddituali. In questi anni grazie al Vostro sostegno le donne di Boussouma hanno prodotto e commercializzato oltre 100.000 confezioni di passata di pomodoro, 10 tonnellate di burro di karité e 90.000 saponette artigianali, queste in buona parte esportate in Europa. Quest’anno il complesso produttivo si è arricchito con due nuove costruzioni, una di queste ha triplicato la superficie dedicata alla saponeria e l’altra con due nuovi locali e terrazze coperte, ha consentito di accogliere all’interno della cooperativa la produzione di burro di Karité, coinvolgendo altre 44 donne.

Arrivati a Boussouma abbiamo trovato 50 donne in piena attività sulle tre principali linee produttive. Alcune donne nella lunga e faticosa produzione del burro di Karité, altre impegnate nella produzione, etichettatura ed inscatolamento dei saponi ed altre ancora, nella produzione di derivati dal pomodoro. Nel frattempo in cortile delle contadine, con i loro asini, conferivano al centro le materie prime.

L’obiettivo che ci eravamo posti nel 2010 di superare l’economia di sussistenza dei villaggi africani con attività di emancipazione sociale attraverso il lavoro femminile è stato raggiunto, senza l’invio di espatriati !

Abbiamo superato la povertà economica e sociale di donne spesso sole con figli per l’emigrazione del coniuge o la sua assenza, attraverso l’acquisizione di nuove competenze ed attività produttive. Tutti i prodotti realizzati in questo sperduto villaggio, rete idrica ed energia elettrica, sono commercializzati nella capitale Ouagadougou o esportati in Europa. Oggi le donne coinvolte direttamente sono oltre 100, lavorano in turni per non sacrificare la vita familiare, a loro si debbono aggiungere le famiglie che forniscono pomodori e noci di Karité al centro. Durante i giorni della missione abbiamo raccolto la soddisfazione delle lavoratrici per il loro coinvolgimento e definito alcuni interventi futuri per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro. Questo intervento è diventato in pochi anni un esempio di sviluppo sostenibile, meta di missioni governative, gruppi di donne per la formazione, oggetto di servizi televisivi e dell’interessamento diretto del Presidente della Repubblica del Burkina Faso che ha voluto finanziare il rifacimento del tetto crollato per un tifone. Nel 2019 il Ministero dell’agricoltura ha realizzato e diffuso una pubblicazione sulla produzione di conserve di pomodoro a Boussouma. Le attività realizzate nel villaggio hanno dimostrato che pur in condizioni ambientali e sociali estreme si può superare la tipica economia informale di sussistenza dei villaggi sud sahariani, aumentando le competenze e valorizzando beni ambientali presenti. L’emancipazione sociale acquisita con le competenze lavorative ha migliorato la loro qualità della vita.

Naturalmente le donne dell’associazione ringraziano le volontarie italiane e coloro che commercializza i loro prodotti , consentendo loro di avere un ruolo sociale e reddito, aumentando la loro capacità di resistere in un territorio povero di risorse ambientali e dovendo spesso crescere i propri figli in assenza di una figura genitoriale maschile espatriata o assente.

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